Piano di Sorrento, Santa Lucia a Mortora: dalle origini pagane alla tradizione cristiana
La chiesa parrocchiale di Mortora fu eretta lungo un tracciato della strada romana che da Castellammare portava alla Punta Campanella, la strada Minerva. La chiesa sorse su un antico tempio pagano dedicato alla dea Venere, la cui pianta sacra era il mirto: da qui il toponimo Mortula – Mortora. Il tempio pagano, con l’apposizione della croce, fu sostituito dal culto di Santa Lucia, vergine e martire, con il titolo a Mirtetum.
Nel 1568, su decreto dell’arcivescovo, la chiesa parrocchiale di Santa Maria di Galatea venne trasferita a Mortora dopo la distruzione da parte dei Saraceni della primitiva chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria di Mortora. La nuova chiesa, completata nel 1580, incorporò l’antica cappella dedicata a Santa Lucia dei Piscopo, famiglia che si impegnò attivamente nella ricostruzione. Non a caso il primo parroco fu proprio un Piscopo.
L’attuale cappella di Santa Lucia si trova nella navata laterale: conserva un altare settecentesco e un dipinto raffigurante la santa ai piedi della Vergine col Bambino, datato 1804. Nello stesso lato si trova una nicchia con un busto ligneo del Settecento contenente reliquie, circondato da ex voto.
Ancora oggi si celebra l’antico culto di Santa Lucia con i tradizionali falò e la messa alle prime luci dell’alba.
Le notizie storiche sono tratte dal libro su Piano di Sorrento.





