Perché Sant’Agnello è il protettore delle partorienti e la credenza popolare che vieta di toccare forbici e coltelli
Sant’Agnello è celebrato il 14 dicembre, giorno in cui, secondo la tradizione, morì nel 596 d.C.. Nel corso dei secoli, il Santo è diventato soprattutto il protettore delle partorienti, a cui sono legate usanze, racconti e credenze tramandate di generazione in generazione.
Proprio in questa giornata si rinnova l’antica tradizione del pellegrinaggio delle donne in dolce attesa che si recano nelle chiese dove Sant’Agnello è venerato per affidare a lui la propria gravidanza e chiedere protezione per il nascituro. Un gesto semplice ma carico di significato, che unisce fede e speranza nel momento più delicato e gioioso della vita.
Alla base di questa devozione vi è un episodio legato alla nascita stessa del Santo. La madre di Sant’Agnello, una nobile napoletana di origini siracusane, era sterile e pregò a lungo la Madonna affinché le concedesse la grazia di un figlio. Quando il desiderio fu esaudito, la donna offrì il bambino alla Vergine Maria. La tradizione racconta che, portato davanti all’immagine della Madonna quando aveva appena venti giorni di vita, il piccolo esclamò le parole: “Ave Maria!”, segno prodigioso che ne avrebbe annunciato la santità.
Accanto alla devozione religiosa, nel tempo si sono sviluppate numerose credenze popolari, alcune delle quali ancora oggi riecheggiano nella memoria collettiva. Tra le più note vi è il detto dialettale: «‘A Sant’Aniello nun tucca’ né forbice e né curtiello», che invita le donne incinte, nel giorno dedicato al Santo, a non toccare forbici, coltelli o oggetti appuntiti. Secondo la credenza, infatti, Sant’Agnello avrebbe avuto anche un carattere vendicativo e, come punizione per chi non avesse compiuto il rito della visita al Santo, il bambino avrebbe potuto nascere con una malformazione.
In alcune zone la tradizione si spingeva persino a coinvolgere i futuri padri, invitati a restare in casa accanto alla compagna per vigilare sulla sua sicurezza. Altre superstizioni narrano che le donne incinte non dovessero avvolgere gomitoli di lana, per evitare che il cordone ombelicale si avvolgesse attorno al collo del neonato, o tamburellare con le dita sul tavolo, gesto che avrebbe potuto causare inestetismi della pelle al bambino.
Si tratta, naturalmente, di detti e racconti antichi, frutto di un intreccio tra fede e cultura popolare, che la Chiesa ha sempre smentito dal punto di vista superstizioso. Resta però forte e viva la convinzione della protezione di Sant’Agnello sui bambini in arrivo, una protezione spirituale che continua a essere invocata con fiducia da tante future mamme.
Ancora oggi, nel giorno a lui dedicato, la devozione a Sant’Agnello rappresenta un momento di preghiera, tradizione e identità, capace di unire sacro e popolare in un patrimonio culturale che racconta la storia e l’anima di un territorio.




